La flessibilità del fondo pensione
di Vincenzo Menna | pubblicato il 8 aprile 2021
Nonostante i vantaggi dei fondi pensione, nel nostro Paese la previdenza integrativa non è mai decollata. Colpa della limitata conoscenza e dei pregiudizi che spesso accompagnano questo strumento. In effetti quando si parla di fondo pensione spesso si pensa ad uno strumento rigido e vincolante che, una volta sottoscritto, non consente via d’uscita. In realtà il fondo pensione è uno strumento molto flessibile che può essere usato anche per finalità diverse dalla previdenza complementare. Analizziamo 3 casi:
1- IL FONDO PENSIONE PER I PENSIONATI
Sapevate che il fondo pensione può essere sottoscritto anche dai pensionati?
Il pensionato titolare di una pensione di vecchiaia non può aderire alla previdenza complementare, se non nel caso in cui continui a svolgere attività lavorativa, mentre può aderirvi il pensionato titolare di una pensione anticipata o di invalidità a condizione che l’adesione avvenga almeno un anno prima del compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni).
In questo caso l’obiettivo del fondo pensione non è chiaramente quello di integrare la pensione ma al contrario di sfruttare il beneficio fiscale. Se ad esempio un pensionato ha un reddito lordo di € 35000 egli, avendo un’aliquota marginale irpef del 38%, su un premio di 5000€, avrà un risparmio fiscale di 1900€ che gli verrà accreditato direttamente in busta paga l’indomani della dichiarazione dei redditi.
In pratica egli riceverà a titolo di risparmio fiscale più di una mensilità della sua pensione, e lo potrà fare fin quando lo vorrà! E’ vero, si dirà, che i premi dedotti torneranno a tassazione al momento del rimborso ma è altrettanto vero che il guadagno (pari alla differenza tra l’aliquota marginale irpef e il 15%) è consistente soprattutto per coloro che hanno redditi elevati.
2- PASSAGGIO GENERAZIONALE
Il fondo pensione è uno straordinario strumento di passaggio generazionale, cioè consente di trasferire il patrimonio alle future generazioni senza passare per le forche caudine della successione e soprattutto beneficiando del risparmio fiscale.
Un nonno di 66 anni o di età inferiore potrebbe decidere di aprire un fondo pensione versandoci un certo importo ogni anno, per tutti gli anni che vorrà o fin che sarà in vita, indicando come beneficiario ad esempio suo nipote. Egli potrà avvantaggiarsi del beneficio fiscale fino al massimo consentito dalla legge (5164,57€) e lasciare il capitale accantonato più le rivalutazioni (tassate al 20% e non al 26) al suo erede senza passare per la successione. Il fondo pensione infatti non rientra nell’asse ereditario e consente anche di scegliere il beneficiare.
3- SCHERMO AI CREDITORI
Le posizioni individuali costituite presso i fondi pensione sono inattaccabili. Di conseguenza sia i contributi personali che le eventuali quote del TFR non sono soggetti a sequestro e pignoramento.
Le prestazioni dei fondi pensione (sia in rendita che in capitale) sono invece pignorabili nella misura di un quinto del totale. Lo stesso vale per le anticipazioni per spese sanitarie. Sono invece pignorabili e sequestrabili le altre anticipazioni o i riscatti della posizione prima del pensionamento.
In pratica, le somme accantonate nel fondo pensione, se effettuate in bonis, offrono una garanzia di schermo ai creditori ben maggiore di qualsiasi altra forma di investimento finanziario ed assicurativo.